L’equo compenso delle professioni sanitarie è un principio giuridico ed economico che prevede che i professionisti del settore sanitario (come tecnici sanitari infermieri, fisioterapisti, psicologi, ostetriche, medici, ecc.) ricevano un compenso proporzionato alla qualità e quantità del lavoro svolto, rispettando la dignità professionale e le competenze richieste.
Obiettivi dell’equo compenso:
- Tutela della dignità professionale: evitare che i professionisti sanitari vengano sottopagati o sfruttati.
- Garanzia di qualità delle prestazioni sanitarie: compensi adeguati incentivano un servizio di alta qualità per i pazienti.
- Corretto rapporto tra le parti: stabilire condizioni contrattuali giuste, soprattutto nei rapporti con soggetti forti come enti pubblici, assicurazioni o grandi strutture sanitarie private.
Riferimenti normativi
Il concetto di equo compenso è stato rafforzato con la Legge 49/2023, per tutti i liberi professionisti iscritti agli Ordini. La legge stabilisce che:
- Il compenso deve essere proporzionato alla prestazione.
- Gli accordi con clausole vessatorie (es. pagamenti troppo bassi o tempi di pagamento troppo lunghi) sono nulle.
Esempi pratici:
- Un tecnico sanitario convenzionato con una struttura sanitaria non può essere pagato al di sotto di una soglia minima definita dalle tariffe di riferimento o da un accordo collettivo.
Chi tutela l’equo compenso?
- Gli Ordini professionali (come FNOTSRM-PSTRP-FNOPI, ecc.).
- Le associazioni di categoria.
- L’Autorità giudiziaria, nel caso di contenziosi.